Recupero crediti

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L’avvocato esperto in recupero crediti è la figura professionale che si occupa di intervenire quando si vanta un credito verso terzi che non si riesce a recuperare. Ha competenze sia in fase stragiudiziale che giudiziale ed opera a supporto di imprese e privati.

Approfondimenti

 

Quali condizioni sono necessarie per procedere con il recupero di un credito

Affinché si possa procedere con le azioni di recupero di un credito, è necessario che lo stesso soddisfi tre requisiti, ovvero che il credito sia:

  • Certo: un credito si definisce certo quando il creditore è in possesso di sufficienti elementi che dimostrano l’esistenza del credito e il suo diritto a ricevere la somma dovuta (per esempio un contratto, una fattura, un documento di consegna della merce).
  • Liquido: un credito si definisce liquido quando è precisamente determinato nel suo ammontare o quando è determinabile con un’operazione aritmetica.
  • Esigibile: il credito non deve essere sottoposto a vincoli e condizioni che ne impediscono il pagamento da parte del debitore e, nel caso in cui sia sottoposto ad un termine, questo dovrà essere scaduto (per esempio se le parti hanno convenuto un determinato termine di pagamento, il credito diverrà esigibile solo allo scadere di tale termine).

Questi requisiti sono importanti fin dall’inizio del recupero crediti, perché influenzano sia le trattative con il debitore sia l’eventuale azione legale. Un credito certo, liquido ed esigibile consente infatti di ottenere un decreto ingiuntivo e di procedere al recupero forzato mentre se manca uno di questi requisiti, potrebbe essere necessario un contenzioso per accertarlo.

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Quando affidarsi ad un avvocato esperto in recupero crediti

Il recupero crediti è un processo spesso complesso e frustrante, che richiede competenze specifiche e una profonda conoscenza delle leggi e delle procedure. Che si tratti di un privato cittadino o di un’azienda, la necessità di recuperare quanto dovuto può trasformarsi in un vero e proprio labirinto burocratico e legale.

In questo scenario, la figura dell’avvocato esperto in recupero crediti può guidare il creditore tutelandone gli interessi e massimizzando le probabilità di successo attraverso le diverse fasi del processo di recupero:

  • Consulenza personalizzata: l’avvocato valuta attentamente la situazione specifica del creditore, analizzando la documentazione e fornendo una consulenza personalizzata sulle strategie più efficaci da adottare.
  • Gestione delle fasi stragiudiziali: l’avvocato si occupa di inviare solleciti di pagamento, avviare trattative con il debitore e, se necessario, procedere con la costituzione in mora, al fine di ottenere il pagamento spontaneo del debito.
  • Avvio della fase giudiziale: in caso di mancato accordo, l’avvocato avvia la fase giudiziale, ottenendo un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo, sentenza) e avviando le procedure di pignoramento dei beni del debitore.
  • Tutela degli interessi del creditore: l’avvocato rappresenta il creditore in tribunale, facendo valere i suoi diritti e monitorando l’andamento del processo di recupero.
  • Massimizzazione delle probabilità di successo: grazie alla loro esperienza e competenza, gli avvocati esperti in recupero crediti sono in grado di individuare le strategie più efficaci per recuperare il credito nel minor tempo possibile e con il minor dispendio di risorse.

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Le fasi del recupero crediti

Il processo di recupero crediti si articola in due fasi principali:

  • Fase stragiudiziale: in questa fase si cerca di risolvere la questione in modo bonario, attraverso solleciti di pagamento, trattative e, se necessario, la costituzione in mora del debitore.
  • Fase giudiziale: in caso di mancato accordo nella fase stragiudiziale, si ricorre all’autorità giudiziaria per ottenere un titolo esecutivo e avviare le procedure di pignoramento dei beni del debitore.

 

Cosa fare quando si riceve un decreto ingiuntivo?

Una volta ricevuta la notifica di un decreto ingiuntivo è fondamentale agire con tempestività e consapevolezza, e l’assistenza di un avvocato specializzato in opposizione al decreto ingiuntivo può fare la differenza.

Le tre opzioni del debitore ingiunto:

  • Pagamento: il debitore può scegliere di pagare l’importo richiesto nel decreto ingiuntivo, evitando così ulteriori conseguenze legali, come il pignoramento dei beni.
  • Inerzia: se il debitore non fa nulla, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo dopo 40 giorni dalla notifica. A questo punto, il creditore può avviare la procedura di pignoramento per recuperare il credito.
  • Opposizione: il debitore può contestare il decreto ingiuntivo presentando opposizione entro 40 giorni dalla notifica. L’opposizione è un atto formale con il quale si contesta la pretesa del creditore, adducendo motivazioni specifiche e producendo prove documentali a sostegno delle proprie ragioni.

L’opposizione al decreto ingiuntivo: una scelta strategica

L’opposizione al decreto ingiuntivo è una scelta strategica che deve essere valutata attentamente con l’assistenza di un avvocato. L’avvocato analizzerà la situazione specifica del debitore, valutando la fondatezza delle ragioni dell’opponente e le probabilità di successo dell’opposizione.

Come si propone opposizione a decreto ingiuntivo?

L’opposizione al decreto ingiuntivo si propone con atto di citazione davanti all’Autorità Giudiziaria (Tribunale o Giudice di Pace) che ha emesso il decreto ingiuntivo. L’atto di citazione deve essere presentato per iscritto e deve contenere tutti gli elementi necessari a dimostrare l’infondatezza della pretesa creditoria.

Il giudizio di opposizione

L’opposizione al decreto ingiuntivo instaura un giudizio ordinario di cognizione, una vera e propria causa civile nel corso della quale il giudice valuta tutti gli elementi più approfonditamente. Il giudizio di opposizione può concludersi con:

  • Rigetto dell’opposizione: il decreto ingiuntivo diventa esecutivo e il creditore può procedere con il pignoramento dei beni del debitore.
  • Accoglimento integrale dell’opposizione: il decreto ingiuntivo viene annullato e il creditore non può più pretendere il pagamento.
  • Accoglimento parziale dell’opposizione: l’importo richiesto nel decreto ingiuntivo viene ridotto e il creditore può pretendere solo la somma riconosciuta dal giudice.

L’importanza dell’avvocato nell’opposizione al decreto ingiuntivo

L’opposizione al decreto ingiuntivo è una procedura giudiziaria complessa che richiede una conoscenza approfondita delle norme che regolano la materia. Pertanto, è fondamentale avvalersi di un avvocato specializzato in diritto civile per ottenere una consulenza e un’assistenza adeguata.

L’avvocato, attraverso un’analisi legale approfondita della documentazione presentata dal creditore, verificherà la validità della sua richiesta. Valuterà le opzioni disponibili, se sussistono i presupposti per fare opposizione e le azioni più opportune da intraprendere. In particolare, l’avvocato:

  • analizza il decreto ingiuntivo e la documentazione allegata, verificando la sussistenza di eventuali vizi di forma o di sostanza;
  • valuta la fondatezza delle ragioni del creditore e le possibilità di successo dell’opposizione;
  • redige l’atto di citazione in opposizione, indicando i motivi specifici dell’opposizione e producendo le prove documentali a sostegno delle ragioni del debitore;
  • rappresenta il debitore nel giudizio di opposizione, partecipando alle udienze e facendo valere le sue ragioni;
  • assiste il debitore in tutte le fasi del processo, fornendo consulenza legale e supporto pratico.

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La fase stragiudiziale: il ruolo dell’avvocato nel recupero crediti

La fase stragiudiziale rappresenta il primo passo nel processo di recupero crediti. L’obiettivo principale è cercare di risolvere la questione in modo amichevole, evitando il ricorso alle vie legali. Questa fase è fondamentale perché può portare a una soluzione rapida e meno costosa per entrambe le parti.

Come si articola la fase stragiudiziale?

  • Solleciti di pagamento: l’avvocato per recupero crediti invia al debitore solleciti di pagamento, sia tramite email che PEC o raccomandata, invitandolo a regolarizzare la propria posizione. Questi solleciti hanno lo scopo di ricordare al debitore l’esistenza del debito e la necessità di provvedere al pagamento.
  • Negoziazione di un piano di rientro: nel caso in cui il debitore dimostri buona volontà ma non sia in grado di saldare l’intero debito in un’unica soluzione, l’avvocato può negoziare un piano di rientro. Questo piano prevede la rateizzazione del debito e la definizione di un calendario di pagamenti periodici, tenendo conto delle possibilità economiche del debitore.
  • Costituzione in mora: se il debitore si rifiuta di pagare o contesta la pretesa del creditore, l’avvocato procede con la costituzione in mora. Si tratta di un atto formale con il quale si intima al debitore di pagare entro un termine preciso (generalmente 10-15 giorni), avvertendolo che in caso contrario si procederà con il recupero crediti per via giudiziale.

La costituzione in mora produce importanti effetti giuridici:

  • interrompe i termini di prescrizione del credito, evitando che il diritto del creditore si estingua con il tempo;
  • obbliga il debitore a risarcire i danni eventualmente causati dal ritardo nel pagamento;
  • determina l’inizio della decorrenza degli interessi moratori, ovvero gli interessi che maturano sul debito a partire dalla data di scadenza del termine di pagamento.
  • Mediazione: per i crediti di importo inferiore a 50.000 euro, è possibile avviare una procedura di mediazione. La mediazione è un tentativo di conciliazione obbligatorio prima di agire in giudizio. Un mediatore neutrale facilita la comunicazione tra creditore e debitore, aiutandoli a trovare un accordo soddisfacente per entrambi. La mediazione può essere un’alternativa efficace e meno costosa rispetto al processo giudiziario.

L’importanza dell’avvocato per recupero crediti nella fase stragiudiziale

La fase stragiudiziale, pur essendo un tentativo di risoluzione pacifica, non è priva di insidie. È fondamentale affidarsi a un avvocato per recupero crediti per:

  • valutare la strategia più efficace da adottare in base alla situazione specifica;
  • redigere in modo corretto i solleciti di pagamento e gli atti di costituzione in mora;
  • condurre le trattative con il debitore in modo professionale e determinato;
  • valutare l’opportunità di avviare una procedura di mediazione;
  • tutelare gli interessi del creditore in ogni fase del processo.

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Tempi di prescrizione di un credito

La prescrizione del credito è un istituto giuridico in base al quale se il titolare del diritto (il creditore) non lo esercita entro un determinato arco di tempo, il suo diritto si estingue e il credito non potrà più essere riscosso.

Il termine per la prescrizione decorre a partire dal giorno in cui si può far valere il proprio diritto alla riscossione del credito.

Il creditore può interrompere la prescrizione mediante diverse forme di sollecito al pagamento all’indirizzo del debitore, purché le comunicazioni avvengano in forma scritta (è sufficiente una raccomandata con ricevuta di ritorno).

Si verifica una interruzione dei tempi di prescrizione del credito anche nel momento in cui il diritto alla riscossione viene riconosciuto da parte del debitore.

I tempi di prescrizione per il recupero crediti variano in base alla tipologia del credito. In generale, i termini principali previsti dal Codice Civile italiano sono:

Prescrizione a 10 anni (art. 2946 c.c.)

Si applica ai crediti generici e ai diritti per i quali non è prevista una prescrizione più breve. Esempi:

  • Fatture commerciali non pagate.
  • Debiti contrattuali, come quelli derivanti da compravendite o contratti di fornitura.
  • Prestiti tra privati con scrittura privata.
  • Mutui bancari (in assenza di rate non pagate, per le quali può valere una prescrizione più breve).
  • Risarcimento danni contrattuali, come il mancato rispetto di un accordo tra le parti.

Prescrizione a 5 anni (art. 2948 c.c.)

Riguarda crediti periodici e prestazioni professionali. Esempi:

  • Rate di pagamento periodico, come canoni di affitto o leasing.
  • Compensi di professionisti, come architetti, commercialisti, medici e ingegneri, a partire dalla fine della prestazione.
  • Pagamenti di contributi previdenziali e assistenziali, dovuti ad enti come INPS o casse private.
  • Tasse e tributi locali, come IMU e TARI (se non diversamente regolato da norme specifiche).
  • Indennità di fine rapporto (TFR), quando il lavoratore non ne ha fatto richiesta entro 5 anni dalla cessazione del rapporto.
  • Parcelle di avvocati, salvo riconoscimento del credito da parte del cliente.

Prescrizione a 3 anni (art. 2952 c.c.)

Si applica principalmente ai rapporti assicurativi. Esempi:

  • Richiesta di risarcimento per polizze vita, danni o infortuni, se non diversamente stabilito dal contratto.
  • Crediti assicurativi derivanti da polizze RCA, incendio, furto o malattia.

Prescrizione a 2 anni (art. 2947 c.c.)

Tipica delle richieste di risarcimento danni. Esempi:

  • Danni da incidenti stradali (da quando il danneggiato ha conoscenza del danno).
  • Richiesta di risarcimento per danni causati da responsabilità medica.
  • Danni derivanti da fatto illecito non contrattuale, come lesioni personali in un’aggressione o un infortunio.

Prescrizione a 1 anno (art. 2951 c.c.)

Riguarda crediti legati al trasporto e al settore turistico. Esempi:

  • Biglietti di viaggio non rimborsati, per treni, aerei o autobus.
  • Crediti per spedizioni di merci, se il trasportatore non viene pagato entro un anno dalla consegna.
  • Richieste di rimborso per pacchi smarriti o danneggiati nel trasporto nazionale o internazionale.
  • Diritti derivanti da contratti con agenzie di viaggio, per esempio per rimborsi di pacchetti turistici.

Interruzione della prescrizione

La prescrizione può essere interrotta con:

  • Un atto formale di messa in mora (lettera raccomandata o PEC).
  • Un’azione legale (come un decreto ingiuntivo).
  • Il riconoscimento del debito da parte del debitore.
  • Ogni interruzione fa ripartire il termine di prescrizione da capo.

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La fase giudiziale: il ruolo dell’avvocato nel recupero crediti

Se la fase stragiudiziale non ha portato i risultati sperati, l’avvocato per recupero crediti è pronto ad avviare la fase giudiziale. Questa fase è necessaria quando il debitore non adempie spontaneamente alle proprie obbligazioni e si rende necessario ottenere un titolo esecutivo per avviare il recupero coattivo del credito.

Come si articola la fase giudiziale?

  • Ricorso al tribunale: l’avvocato per recupero crediti presenta un ricorso al tribunale competente per ottenere un titolo esecutivo. Il titolo esecutivo è un documento che attesta l’esistenza del credito e l’obbligo del debitore di pagare. I titoli esecutivi più comuni sono il decreto ingiuntivo e la sentenza.
  • Decreto ingiuntivo: il decreto ingiuntivo è un provvedimento che viene emesso dal giudice su richiesta del creditore, senza la necessità di avviare un vero e proprio processo. Il decreto ingiuntivo intima al debitore di pagare entro un termine preciso (generalmente 40 giorni). Se il debitore non si oppone al decreto ingiuntivo, questo diventa definitivo e costituisce titolo esecutivo.
  • Opposizione al decreto ingiuntivo: il debitore ha la possibilità di opporsi al decreto ingiuntivo entro 40 giorni dalla notifica. L’opposizione deve essere motivata e può essere basata su diverse ragioni, come ad esempio l’inesistenza del debito, l’erronea quantificazione dell’importo dovuto o l’avvenuto pagamento. In caso di opposizione, si instaura un ordinario processo civile, nel corso del quale il giudice valuta le ragioni delle parti e decide se confermare o revocare il decreto ingiuntivo.
  • Atto di precetto: una volta ottenuto il titolo esecutivo (decreto ingiuntivo definitivo o sentenza), l’avvocato per recupero crediti notifica al debitore l’atto di precetto. L’atto di precetto è un’intimazione a pagare entro un termine di 10 giorni, con l’avvertimento che in caso contrario si procederà all’esecuzione forzata.
  • Esecuzione forzata: se il debitore non paga neanche dopo la notifica dell’atto di precetto, l’avvocato può avviare la procedura di esecuzione forzata. L’esecuzione forzata consiste nel pignoramento dei beni del debitore, che vengono successivamente venduti all’asta per soddisfare il credito del creditore. I beni pignorabili possono essere beni mobili (denaro, gioielli, auto, ecc.), beni immobili (case, terreni) o crediti verso terzi (stipendio, pensione, conto corrente).

L’importanza dell’avvocato per recupero crediti nella fase giudiziale

La fase giudiziale è un processo complesso e delicato, che richiede una profonda conoscenza delle leggi e delle procedure. È fondamentale affidarsi a un avvocato per recupero crediti per:

  • valutare l’opportunità di avviare la fase giudiziale;
  • redigere in modo corretto il ricorso al tribunale e gli altri atti processuali;
  • rappresentare il creditore in giudizio;
  • monitorare l’andamento del processo e informare il creditore sugli sviluppi;
  • avviare e gestire la procedura di esecuzione forzata;
  • tutelare gli interessi del creditore in ogni fase del processo.

Prima di avviare un’azione legale per il recupero crediti, è dunque fondamentale valutare la solvibilità del debitore. Questo evita di intraprendere azioni costose e lunghe contro soggetti che potrebbero non avere beni pignorabili. Le indagini patrimoniali permettono di verificare la reale disponibilità economica e i beni intestati al debitore, sia esso un privato o un’azienda.

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Se il debitore è una persona fisica, l’avvocato riterrà utile verificare:

  • Immobili: visure catastali e ipotecarie per verificare proprietà e ipoteche.
  • Conti correnti e redditi: indagini bancarie, dichiarazione dei redditi, verifica INPS (stipendio/pensione).
  • Veicoli e beni mobili: visura PRA per auto/moto, controllo su barche e aeromobili.
  • Attività lavorativa: identificazione del datore di lavoro o di eventuali attività imprenditoriali.
  • Protesti e debiti: registro protesti, segnalazioni CRIF per insolvenze.

Se il debitore è una società, l’avvocato suggerirà di controllare diversi aspetti per capire se vale la pena avviare un recupero crediti:

  • Struttura e bilanci: visura camerale, bilanci depositati, quote societarie.
  • Beni aziendali: verifica di immobili, veicoli e attrezzature.
  • Affidabilità creditizia: controllo protesti, fallimenti, procedure concorsuali.
  • Rapporti commerciali: analisi di fornitori, clienti e contratti in corso.

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Quanto costa un procedimento per recuperare un credito

I costi che il creditore deve sostenere per l’attività di recupero crediti sono composti dalle competenze dell’avvocato e dalle spese vive e variano a seconda:

  • della consistenza del credito;
  • del procedimento che si intende instaurare;

Parcella dell’avvocato per recupero crediti

Gli onorari degli avvocati sono definiti in funzione della consulenza svolta e possono arrivare a migliaia di euro nel caso in cui si arrivi a sviluppare le varie fasi, dal decreto ingiuntivo al pignoramento.

I costi dell’attività legale però possono essere notevolmente ridotti in quanto è possibile definire che il compenso sia corrisposto in percentuale su quanto verrà effettivamente recuperato.

Spese per il ricorso per decreto ingiuntivo

Quando si va in giudizio è necessario versare:

  • il contributo unificato, il cui ammontare è parametrato al valore della causa. Per il procedimento monitorio il valore del contributo unificato è dimezzato;
  • l’imposta di bollo.

Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo esecutivo, occorre versare l’imposta di registro.

Spese per il pignoramento

In riferimento alla fase esecutiva, i costi variano in funzione della tipologia di procedimento.

Espropriazione immobiliare:

  • contributo unificato di € 278,00;
  • anticipazione forfettaria di € 27,00;
  • certificato notarile.

Espropriazione mobiliare:

  • contributo unificato:
    • per le controversie di valore inferiore a 2.500 euro, ammonta a € 43,00;
    • per le controversie di valore superiore a 2.500 euro ammonta a € 139,00;
  • anticipazione forfettaria di € 27,00.

Espropriazione presso terzi:

  • contributo unificato che varia a seconda dell’importo;
  • anticipazione forfettaria di € 27,00.

Qualora l’esecuzione vada a buon fine, tutte le spese saranno rimborsate al creditore.

Spese per l’iscrizione di ipoteca giudiziale

  • imposta ipotecaria pari al 2% del valore dell’ipoteca;
  • imposta di bollo di € 59;
  • imposta di registro pari allo 0,5% dell’importo dell’ipoteca;
  • tassa di trascrizione di € 35.

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