Diffamazione a mezzo stampa

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Nell’ordinamento giuridico italiano, la diffamazione è definita come l’offesa alla reputazione altrui, comunicata a più persone con: la parola o lo scritto e su ogni mezzo di comunicazione materiale o digitale (stampa, internet, social, ecc.).

La diffamazione, soprattutto online e a mezzo stampa, è un reato in crescita nell’era digitale. Rivolgersi a un avvocato esperto in diffamazione è essenziale per difendere la propria reputazione o contestare accuse infondate.

Approfondimenti

 

Diffamazione, Ingiuria e Calunnia: le differenze chiave

Diffamazione: La diffamazione è il reato che si verifica quando una persona offende la reputazione di un’altra, assente, comunicando l’offesa a più persone. È disciplinata dall’art. 595 del Codice Penale e si configura anche tramite mezzi di comunicazione come stampa, TV, radio, siti web e social network.

Ingiuria: L’ingiuria consiste nell’offendere l’onore o il decoro di una persona presente. Non è più un reato penale, ma resta un illecito civile: la vittima può chiedere il risarcimento dei danni.

Calunnia: La calunnia si realizza quando si accusa falsamente una persona di un reato davanti all’autorità, sapendo che è innocente. È un grave reato penale punito dall’art. 368 c.p.

 

Quando c’è diffamazione e quando è aggravata

Quando c’è diffamazione (semplice): quando l’offesa è rivolta a una persona assente e comunicata a più persone.

Esempio: durante una riunione, un dipendente afferma che un collega (non presente) è disonesto.

Diffamazione aggravata:

  • Quando è commessa usando mezzi di pubblicità (stampa, social, TV, radio).
  • Quando si attribuisce alla vittima un fatto specifico (es. “Ha rubato soldi dall’azienda”).
  • Quando la vittima è un pubblico ufficiale o una persona con incarichi pubblici.

Esempi: un articolo di giornale che accusa un imprenditore di evasione fiscale o un post su Facebook che accusa un ex datore di lavoro di truffa.

Come incide la veridicità o falsità del fatto?

La veridicità del fatto attribuito alla persona offesa non esclude automaticamente la diffamazione. Secondo l’art. 595 c.p., la diffamazione può consistere anche nell’attribuzione di un fatto vero, ma con alcune condizioni:

  • Verità come causa di giustificazione: la prova della verità può escludere la responsabilità penale solo in casi specifici, ad esempio quando la persona offesa è un pubblico ufficiale e il fatto riguarda l’esercizio delle sue funzioni, perché in queste situazioni la legge giustifica la comunicazione del fatto vero.
  • Modo di comunicazione: anche se il fatto è vero, la diffamazione può sussistere se la notizia è diffusa in modo offensivo, parziale, distorto o con linguaggio denigratorio che eccede i limiti della critica legittima.
  • Manipolazione o incompletezza: la giurisprudenza sottolinea che la verità deve essere completa e obiettiva; un’informazione manipolata o presentata in modo da ledere ingiustamente la reputazione può integrare diffamazione anche se basata su fatti veri.

In sintesi, la veridicità del fatto è un elemento che può escludere la diffamazione solo se accompagnata da modalità corrette, rispettose e complete di comunicazione. Se questi requisiti non sono rispettati, anche un fatto vero può configurare diffamazione.
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Quando NON c’è diffamazione

  • L’offesa avviene in presenza della persona (si tratta di ingiuria, non più reato penale).
  • Si esprime un’opinione senza attribuire fatti specifici e lesivi (“Non condivido il suo operato”).
  • Le affermazioni sono vere e di interesse pubblico (diritto di cronaca).
  • Le espressioni sono generiche e non ledono la reputazione.

Non si identifica dunque il reato di diffamazione quando si esprimono opinioni legittime ovvero critiche basate su fatti veri ed espresse con continenza (es.: recensione negativa ma veritiera su un ristorante), quando si esercita il diritto di cronaca riportando fatti di interesse pubblico, verificati e pertinenti, nonché quando si fa satira con contenuti umoristici senza intento denigratorio.

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Diffamazione su Internet e Social Network

La diffamazione sui social è una delle forme più frequenti e pericolose poiché i social (Facebook, Instagram, X, TikTok) sono classificati come “mezzi di pubblicità“. Ciò significa che l’offesa può raggiungere un pubblico indeterminato, amplificando il danno alla reputazione.
Post, commenti, storie o video che offendono una persona assente e sono visibili a più utenti integrano la diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità.
Le conseguenze possono essere gravi sia in ambito penale (fino a 3 anni di reclusione) sia civile (obbligo di risarcire i danni).

 

Cos’è la diffamazione professionale

La diffamazione professionale si verifica quando l’offesa riguarda la reputazione di una persona fisica o di una persona giuridica (società, fondazione o associazione), nell’ambito della sua attività lavorativa o professionale, danneggiandone l’immagine pubblica e le relazioni professionali.

Esempi:

  • False accuse di incompetenza su un avvocato in un forum.
  • Recensioni manipolate su Tripadvisor per danneggiare un hotel o un ristorante.
  • Notizie infondate sulla correttezza di un’azienda diffuse da un concorrente.

Questa forma di diffamazione può causare danni economici e d’immagine molto rilevanti, con risarcimenti spesso elevati.

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Aspetti penali e civili della diffamazione

Diffamazione Penale

La diffamazione è un reato perseguibile a querela della persona offesa. Le pene variano:

  • Diffamazione semplice: fino a 1 anno di reclusione o multa fino a 1.032 euro.
  • Diffamazione aggravata (a mezzo stampa, social, TV): da 6 mesi a 3 anni di reclusione o multa non inferiore a 516 euro.

La vittima può costituirsi parte civile nel processo penale per ottenere il risarcimento.

Diffamazione Civile

La diffamazione è un illecito extracontrattuale e, come tale, può dare luogo a un obbligo di risarcimento dei danni. Si può agire anche solo in sede civile per il risarcimento dei danni, senza presentare querela penale.

  • Il termine per agire civilmente è di 5 anni (contro i 3 mesi per la querela penale).
  • L’azione civile si focalizza sul risarcimento per danno patrimoniale (perdita economica) e non patrimoniale (danno morale, all’immagine, stress).

Sebbene la diffamazione abbia rilevanza in sede penale è dunque possibile (e talvolta preferibile) agire anche solo in sede civile con l’obiettivo di ottenere il solo risarcimento dei danni, il procedimento penale è infatti più complesso e richiede la presentazione di una querela mentre il procedimento civile è più snello, ma richiede la dimostrazione del danno subito.

Per quanto il procedimento penale preveda anche pene detentive, queste sono spesso convertite in sanzioni pecuniarie o sospese. Tuttavia, agire in sede penale può:

  • rafforzare la posizione in civile (una condotta penale accertata facilita il risarcimento).
  • ottenere una rettifica pubblica o la rimozione obbligatoria dei contenuti.

Qui la consulenza legale di un avvocato esperto può risultare chiave per decidere se intraprendere o meno entrambi i percorsi.

 

Risarcimento danni per diffamazione: a quanto può ammontare?

Il risarcimento per diffamazione può comprendere:

  • Danno patrimoniale: perdita di clienti, contratti, opportunità lavorative.
  • Danno non patrimoniale: sofferenza morale, stress, lesione dell’immagine.

L’importo viene stabilito dal giudice in base alla gravità del fatto, alla diffusione dell’offesa e alle conseguenze subite.


Non esistono limiti fissi: si va da poche migliaia di euro (casi meno gravi) fino a decine o centinaia di migliaia di euro nei casi più eclatanti o mediatici.

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Il ruolo dell’avvocato nella diffamazione: penalista, civilista o entrambi?

Quando si tratta di diffamazione, il ruolo dell’avvocato è centrale per tutelare efficacemente i diritti della persona offesa o dell’imputato, sia in sede penale che civile. La scelta del legale e la strategia da adottare dipendono dalla natura del caso e dagli obiettivi del cliente.

 

Il ruolo dell’avvocato in sede penale

In ambito penale, l’avvocato penalista:

  • Assiste la persona offesa nella presentazione della querela per diffamazione, atto necessario per avviare il procedimento penale.
  • Rappresenta l’imputato difendendolo dalle accuse di diffamazione.
  • Cura la raccolta e la valutazione delle prove, incluse testimonianze e documenti.
  • Gestisce la strategia processuale, compresa la richiesta di archiviazione o la difesa in giudizio.
  • Può coordinarsi con l’avvocato civilista qualora si voglia agire anche per il risarcimento danni.

L’avvocato penalista è fondamentale per affrontare le sanzioni penali, che possono prevedere reclusione o multa, e per tutelare la reputazione anche in ambito giudiziario.

 

Il ruolo dell’avvocato in sede civile

In sede civile, l’avvocato civilista:

  • Assiste la vittima nel chiedere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti dalla diffamazione.
  • Cura la raccolta delle prove documentali (ad esempio screenshot, articoli, post diffamatori).
  • Gestisce le procedure per la rimozione dei contenuti diffamatori da internet o altri mezzi.
  • Negozia eventuali accordi stragiudiziali o mediazioni per evitare un lungo contenzioso.
  • Redige atti e rappresenta il cliente davanti al giudice civile.

L’azione civile è spesso preferita per ottenere un risarcimento economico e per la gestione più riservata della controversia, a differenza del processo penale che è pubblico.

Bisogna rivolgersi a un unico avvocato o a due diversi?

Non esiste una regola fissa, la scelta dipende dalla complessità del caso e dalle competenze richieste.

  • Un unico avvocato penalista-civilista: alcuni professionisti sono abilitati a trattare sia la parte penale che civile della diffamazione, offrendo un’assistenza integrata e coordinata.
  • Due avvocati distinti: in casi più complessi o con esigenze specifiche, può essere utile affidarsi a un penalista per la parte penale e a un civilista per la parte risarcitoria, garantendo così una specializzazione più approfondita in ciascun ambito.

Lo studio legale esperto in diffamazione valuta caso per caso la soluzione migliore, consigliando se agire solo in sede civile, solo penale o in entrambe, e coordina l’attività dei diversi legali coinvolti per massimizzare la tutela

 

Quando affidarsi a un avvocato specializzato in diffamazione

La diffamazione, specie se commessa tramite mezzi di comunicazione di massa o social network, richiede una conoscenza approfondita sia del diritto penale che civile. L’avvocato specializzato:

  • Valuta la fondatezza della querela o della domanda risarcitoria.
  • Individua la strategia più efficace per la tutela della reputazione.
  • Gestisce i tempi e i costi del procedimento.
  • Assicura la tutela integrata del cliente, con azioni volte sia alla sanzione penale dell’autore sia al risarcimento del danno e alla rimozione dei contenuti lesivi.

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