Infezioni ospedaliere: cause e responsabilità sanitaria

Le infezioni ospedaliere – chiamate anche infezioni nosocomiali o ICA (infezioni correlate all’assistenza) – rappresentano uno dei problemi più rilevanti per la sicurezza dei pazienti ricoverati. Nonostante l’esistenza di protocolli igienico-sanitari molto rigidi, in Italia queste infezioni colpiscono ancora circa 1 paziente su 15, causando complicanze, ritardi nella guarigione, necessità di ulteriori interventi e, nei casi più gravi, danni permanenti o decesso.

Negli ultimi anni il tema ha assunto un peso crescente non solo dal punto di vista medico, ma anche legale: sempre più pazienti chiedono informazioni su quando un’infezione è responsabilità dell’ospedale, come dimostrarlo, quali prove servono, e soprattutto come ottenere un risarcimento. L’assistenza di un avvocato specializzato in responsabilità sanitaria è spesso decisiva, perché queste cause richiedono competenze tecniche, conoscenza dei protocolli medici e capacità di ricostruire il nesso causale.

Questa guida approfondisce in modo chiaro e completo cosa sono le infezioni ospedaliere, quali sono le più comuni, quando si configura la responsabilità della struttura sanitaria e quali passi seguire per ottenere un risarcimento. Contiene inoltre esempi concreti, indicazioni pratiche e una sezione FAQ utile sia per chi sospetta un caso di malasanità sia per chi sta valutando se rivolgersi a un avvocato.

Se sospetti che un’infezione sia stata causata da negligenza medica, richiedi subito una consulenza legale con un avvocato esperto in malasanità.
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✅ Cosa sono le infezioni ospedaliere

Le infezioni ospedaliere sono infezioni contratte dai pazienti durante la permanenza in ospedale o in altra struttura sanitaria, non presenti né in incubazione al momento del ricovero.

Cause principali

  • Scarsa igiene del personale sanitario
  • Strumenti medici non sterilizzati correttamente
  • Ambienti non sanificati
  • Uso eccessivo di antibiotici (antibiotico-resistenza)
  • Errori nella gestione delle ferite o dei cateteri
Ti sembra che qualcosa non sia stato fatto nel modo giusto? Rivolgiti ad un avvocato specializzato per capire come tutelarti.
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✅ Infezioni ospedaliere più comuni

1. Infezioni delle vie urinarie (IVU)

Le IVU rappresentano una delle infezioni ospedaliere più frequenti, spesso legate all’utilizzo prolungato del catetere urinario. I batteri possono risalire lungo il catetere e infettare la vescica, l’uretra o persino i reni.

Sintomi comuni: bruciore durante la minzione, febbre, urine torbide o maleodoranti.

Prevenzione: rimozione tempestiva del catetere, igiene rigorosa durante l’inserimento e la manutenzione.

Un peggioramento dopo l’inserimento di un catetere? Valuta una consulenza con avvocato specializzato per capire se c’è responsabilità sanitaria.
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2. Infezioni del sito chirurgico (ISC)

Queste infezioni si sviluppano nell’area dell’incisione dopo un intervento chirurgico. Possono essere superficiali o profonde, talvolta coinvolgendo organi interni.

Sintomi: arrossamento, gonfiore, pus, dolore nella zona operata, febbre.

Fattori di rischio: sterilizzazione inadeguata, tecniche chirurgiche scorrette, comorbidità del paziente (diabete, obesità).

Hai avuto complicazioni dopo un intervento? Un avvocato esperto in malasanità può aiutarti a verificare se hai diritto a un risarcimento.
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3. Polmoniti nosocomiali

Spesso colpiscono i pazienti ricoverati in terapia intensiva e sottoposti a ventilazione meccanica. I batteri possono entrare nei polmoni attraverso il tubo endotracheale.

Sintomi: difficoltà respiratorie, tosse con espettorato purulento, febbre alta.

Agenti patogeni: Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus (MRSA), Klebsiella pneumoniae.

Se la polmonite è stata diagnosticata tardi o gestita in modo scorretto, richiedi una consulenza legale specializzata.
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4. Sepsi e batteriemie

La sepsi è una reazione estrema a un’infezione, che può condurre a insufficienza multiorgano e morte. È spesso causata da infezioni sistemiche non trattate adeguatamente.

Segnali d’allarme: tachicardia, febbre o ipotermia, ipotensione, confusione mentale.

Causa principale: accessi venosi centrali infetti, infezioni delle vie urinarie o del sito chirurgico non trattate tempestivamente.

Un peggioramento improvviso dopo un’infezione potrebbe non essere casuale: confrontati con un avvocato specializzato in responsabilità medica.
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5. Infezioni gastrointestinali

Tipicamente causate da batteri come Salmonella, Escherichia coli o virus come il Norovirus. Si diffondono facilmente in ambienti ospedalieri affollati e dove l’igiene delle mani è carente.

Sintomi: diarrea, nausea, vomito, crampi addominali.

6. Infezioni da Clostridium difficile

Questa infezione colpisce principalmente i pazienti sottoposti a terapie antibiotiche prolungate. Il Clostridium difficile può proliferare nell’intestino causando colite pseudomembranosa.

Sintomi: diarrea acquosa, febbre, dolori addominali, disidratazione.

Rischi: recidive frequenti, complicanze intestinali, necessità di intervento chirurgico.

Se dopo una terapia antibiotica hai sviluppato sintomi gravi, un avvocato esperto può aiutarti a fare chiarezza.
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7. Infezioni da funghi opportunisti

Pazienti immunocompromessi (ad esempio oncologici, trapiantati) sono vulnerabili a infezioni da Candida o Aspergillus.

Conseguenze: candidemie, aspergillosi polmonare, infezioni disseminate potenzialmente fatali.

Prevenzione: monitoraggio costante e ambienti sterilizzati adeguatamente.

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✅ Responsabilità sanitaria: quando si configura la malasanità

La responsabilità delle infezioni ospedaliere ricade principalmente sulle strutture sanitarie e sul personale medico, che hanno l’obbligo di garantire un ambiente sicuro e conforme agli standard igienico-sanitari.

Se un’infezione si verifica a causa di negligenza, imperizia o inosservanza di protocolli igienici, si può configurare una responsabilità civile e/o penale.

Tipologie di responsabilità:

  • Responsabilità contrattuale della struttura (art. 1218 Codice Civile)
  • Responsabilità extracontrattuale del medico (art. 2043 Codice Civile)

Il paziente deve dimostrare:

  • Il nesso causale tra infezione e degenza
  • Il danno subito
  • La violazione di protocolli da parte della struttura o dei medici

✅ Come agire per ottenere un risarcimento

1. Raccolta della documentazione sanitaria

Richiedere la cartella clinica completa, referti, esami, diagnosi e terapie.

2. Consulenza medico-legale

Un esperto medico-legale valuta il caso per stabilire il nesso causale tra infezione e condotta sanitaria.

3. Tentativo di conciliazione

Prima di agire legalmente è possibile tentare una conciliazione con la struttura.

4. Azione legale

Se non si trova un accordo, si può intraprendere una causa civile per danni patrimoniali e non patrimoniali (danno biologico, morale, esistenziale).

Vuoi sapere se il tuo caso è risarcibile? Richiedi subito una consulenza legale con avvocato specializzato in malasanità.
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✅ Esempi pratici di risarcimento

Caso 1: Infezione del sito chirurgico

Una paziente operata al femore ha sviluppato una grave infezione per scarsa sterilizzazione degli strumenti. Risarcimento ottenuto: 120.000 euro.

Caso 2: Sepsi post-parto

In seguito a un parto cesareo, una donna ha contratto una sepsi per carente igiene del personale. Risarcimento: 210.000 euro.

Caso 3: Polmonite in terapia intensiva

Un uomo intubato ha sviluppato una polmonite da germi multiresistenti non diagnosticata tempestivamente. Risarcimento: 150.000 euro.

❓ FAQ – Domande frequenti sulle infezioni ospedaliere

Come posso capire se un’infezione ospedaliera è responsabilità dell’ospedale?

Serve verificare se la struttura ha rispettato protocolli, linee guida e misure di prevenzione. Un avvocato e un medico legale possono accertarlo.

Quanto tempo dopo il ricovero può comparire un’infezione ospedaliera?

Anche giorni o settimane dopo la dimissione. Se è dimostrabile il collegamento con il ricovero, l’ospedale può essere responsabile.

Quali prove servono per ottenere un risarcimento?

Cartella clinica, referti, esami, testimonianze, perizia medico-legale.

È possibile risarcire anche i familiari della vittima?

Sì, in caso di decesso o danni permanenti.

Il risarcimento copre solo le spese mediche?

No, anche danni morali, biologici, esistenziali, perdita di lavoro, ecc.

Quanto tempo ho per fare causa?

Per la struttura sanitaria il termine è 10 anni; per il medico 5 anni (di solito extracontrattuale).

Un’infezione può essere provocata anche in cliniche private?

Sì, e valgono le stesse regole di responsabilità.

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Le infezioni ospedaliere rappresentano un serio rischio e, quando evitabili, possono costituire un caso di malasanità. Conoscere i propri diritti e agire rapidamente è fondamentale per ottenere giustizia.

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