Il licenziamento è un evento critico nella vita lavorativa di una persona. Quando avviene in modo illegittimo, può avere conseguenze devastanti sia dal punto di vista economico che psicologico.
Conoscere i propri diritti e le modalità per tutelarsi è fondamentale per affrontare al meglio questa situazione.
Indice dei contenuti
- Cos’è il licenziamento illegittimo?
- Quando un licenziamento è considerato illegittimo
- Cosa fare in caso di licenziamento illegittimo
- Esempi pratici
- Consigli utili
- Normative
- Giurisprudenza rilevante
- FAQ – Domande frequenti sul licenziamento illegittimo
✅ Cos’è il licenziamento illegittimo?
Il licenziamento illegittimo è un atto unilaterale del datore di lavoro che risulta privo dei requisiti legali previsti per la cessazione del rapporto di lavoro. Può essere considerato tale quando viola le norme previste dalla legge, dai contratti collettivi o quando è motivato da ragioni discriminatorie, ritorsive o infondate.
✅ Quando un licenziamento è considerato illegittimo
1. Mancanza di giusta causa o giustificato motivo
Secondo la legge, un lavoratore può essere licenziato solo in presenza di:
- Giusta causa: comportamenti gravi del dipendente che rendono impossibile la prosecuzione anche temporanea del rapporto (es. furto, insubordinazione grave).
- Giustificato motivo oggettivo: ragioni economiche, riorganizzative o produttive dell’azienda.
- Giustificato motivo soggettivo: condotte meno gravi ma comunque rilevanti (es. scarso rendimento).
Se queste motivazioni sono assenti o non adeguatamente dimostrate, il licenziamento è illegittimo.
2. Licenziamento discriminatorio
Un licenziamento è discriminatorio quando è motivato da:
- Razza, sesso, religione, orientamento sessuale, opinioni politiche
- Maternità, paternità o congedi
- Iscrizione o attività sindacale
In questi casi, il lavoratore ha diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro e al risarcimento del danno.
3. Licenziamento ritorsivo
Avviene quando il datore di lavoro agisce in risposta a comportamenti leciti del dipendente, come aver denunciato irregolarità o rivendicato diritti.
4. Vizi formali
Un licenziamento è nullo quando:
- Non è comunicato per iscritto
- Viola norme imperative di legge
Anche in questo caso, il lavoratore ha diritto alla reintegrazione e al risarcimento.
✅ Cosa fare in caso di licenziamento illegittimo
1. Richiedere una consulenza legale
È fondamentale rivolgersi subito a un avvocato specializzato in diritto del lavoro per valutare la legittimità del licenziamento.
2. Contestare il licenziamento
La contestazione deve avvenire entro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento, tramite:
- Raccomandata A/R
- PEC
3. Tentativo di conciliazione
È possibile tentare una conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Se la conciliazione fallisce, il lavoratore può procedere con l’azione legale.
Scopri come funziona la conciliazione
4. Avviare una causa di impugnazione
Entro 180 giorni dalla contestazione, si può depositare un ricorso presso il tribunale del lavoro competente.
5. Azione legale
Se il giudice accerta l’illegittimità del licenziamento, può disporre:
- Reintegro nel posto di lavoro
- Il pagamento di un’indennità risarcitoria
- Il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali
✅ Esempi pratici
Caso 1: Licenziamento per presunte esigenze economiche
Marco, dipendente da 8 anni, viene licenziato per “riorganizzazione aziendale”. Tuttavia, l’azienda ha assunto nuove risorse poco dopo. Il tribunale ha riconosciuto l’illegittimità e disposto un risarcimento di 16 mensilità.
Caso 2: Licenziamento durante maternità
Laura, in congedo di maternità, riceve la lettera di licenziamento. Interviene l’Ispettorato del Lavoro, dichiarando nullo il licenziamento e obbligando il datore al reintegro.
Caso 3: Licenziamento discriminatorio
Un lavoratore viene licenziato dopo aver aderito a un sindacato. Il giudice accerta la natura discriminatoria del licenziamento e dispone la reintegrazione del lavoratore, oltre al risarcimento del danno.
✅ Consigli utili
- Conserva tutte le comunicazioni aziendali (email, lettere, chat)
- Non firmare nulla senza aver consultato un avvocato
- Rivolgiti a un avvocato esperto in diritto del lavoro, che saprà guidarti nel processo di impugnazione
- Agisci tempestivamente per rispettare i termini previsti per l’impugnazione del licenziamento
✅ Normative
Le principali fonti normative che regolano il licenziamento sono:
- Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970): L’articolo 18 disciplina le conseguenze del licenziamento illegittimo, prevedendo la reintegrazione o l’indennità risarcitoria.
- 2Decreto Legislativo n. 23/2015 (Jobs Act): Introduce il contratto a tutele crescenti e modifica le tutele in caso di licenziamento illegittimo per i nuovi assunti.
✅ Giurisprudenza rilevante
- Cassazione Civile, Sez. Lavoro, n. 25201/2016: Conferma il diritto al reintegro per i licenziamenti disciplinari infondati.
- Corte Costituzionale, Sentenza n. 194/2018: Ha dichiarato parzialmente incostituzionale il meccanismo rigido di calcolo dell’indennità previsto dal Jobs Act, introducendo criteri più equi.
✅ FAQ – Domande frequenti sul licenziamento illegittimo
❓Posso essere licenziato senza una motivazione?
No, il datore di lavoro è tenuto a fornire una motivazione valida e documentata per il licenziamento.
❓Cosa succede se il datore di lavoro non rispetta le procedure di licenziamento?
Il licenziamento può essere dichiarato nullo o inefficace, con conseguente diritto alla reintegrazione o al risarcimento.
❓Cosa succede se non contesto il licenziamento entro 60 giorni?
La mancata contestazione comporta la decadenza dal diritto di impugnazione.
❓Posso essere licenziato senza preavviso?
Solo in caso di giusta causa. In tutti gli altri casi, è obbligatorio un preavviso o il pagamento della relativa indennità.
❓Il licenziamento orale è valido?
No, è nullo. La legge impone la forma scritta a pena di nullità.
❓Il licenziamento durante il periodo di prova può essere impugnato?
Sì, se motivato da ragioni discriminatorie o ritorsive.
❓Chi paga le spese legali?
Dipende dall’esito della causa. In caso di vittoria del lavoratore, spesso è il datore a doverle rimborsare.
❓Posso scegliere tra reintegrazione e indennità?
Sì, in alcuni casi il lavoratore può optare per un’indennità sostitutiva della reintegrazione, pari a 15 mensilità.
❓Cosa succede se il datore di lavoro non esegue l’ordine di reintegrazione?
Il datore di lavoro è comunque tenuto a corrispondere la retribuzione al lavoratore, anche se non lo reintegra effettivamente.
Il licenziamento illegittimo rappresenta una violazione dei diritti del lavoratore, ma la legge offre strumenti efficaci per tutelarsi.
Conoscere le normative, agire tempestivamente e avvalersi di un supporto legale qualificato sono passi fondamentali per difendere i propri diritti.
👉 Se ritieni di essere stato vittima di un licenziamento ingiusto, non aspettare: entra in contatto con un avvocato esperto in diritto del lavoro, che valuterà il tuo caso e ti guiderà verso la soluzione migliore.