Arbitrato nelle controversie di lavoro: la guida completa

L’arbitrato nelle controversie di lavoro rappresenta una soluzione alternativa e spesso più efficiente rispetto alla causa giudiziaria ordinaria.

In questa guida, pensata per aiutare lavoratori e aziende a prendere decisioni consapevoli, analizzeremo tutto ciò che c’è da sapere su questa procedura: come funziona, quando è applicabile, chi può richiederla, i vantaggi, le spese coinvolte e l’importanza dell’assistenza legale.

Indice dei contenuti

  • Cos’è l’arbitrato nelle controversie di lavoro?
  • Requisiti necessari per attivare l’arbitrato
  • Come funziona il procedimento
  • I costi dell’arbitrato
  • Vantaggi dell’arbitrato rispetto alla causa ordinaria
  • Quando è opportuna l’assistenza legale
  • Consigli utili
  • FAQ – Domande frequenti sull’arbitrato nelle controversie di lavoro

Cos’è l’arbitrato nelle controversie di lavoro?

L’arbitrato è una procedura di risoluzione delle controversie alternativa al processo ordinario, prevista dall’art. 412-ter c.p.c. (Codice di Procedura Civile).

Nel contesto lavorativo, si tratta di un meccanismo tramite cui le parti affidano la decisione a uno o più arbitri privati, che emettono un lodo con valore giuridico equivalente a una sentenza.

È previsto per le controversie relative a rapporti di lavoro subordinato, collaborazioni coordinate e continuative, e altre fattispecie previste dall’art. 409 c.p.c..

Non è applicabile ai licenziamenti, che restano di competenza esclusiva del giudice ordinario.

Requisiti necessari per attivare l’arbitrato

Per ricorrere all’arbitrato sono necessari alcuni requisiti fondamentali:

✅ La controversia deve riguardare un rapporto di lavoro subordinato o assimilato (es. collaborazione coordinata e continuativa)

✅ Deve esserci consenso scritto tra le parti

✅ Il patto deve essere assistito da un sindacalista o un legale

✅ L’arbitro o il collegio devono essere imparziali e indipendenti

✅ L’arbitrato non deve violare norme inderogabili di legge o di contratto collettivo

Come funziona il procedimento

  1. Scelta dell’arbitro o del collegio: si designa un arbitro unico o un collegio di tre membri
  2. Deposito dell’accordo: presso la Direzione Territoriale del Lavoro
  3. Fase istruttoria: vengono raccolte prove e ascoltati testimoni, se necessario
  4. Decisione: l’arbitro emette il lodo arbitrale, che ha lo stesso valore di una sentenza

I costi dell’arbitrato?

Le spese dell’arbitrato possono essere suddivise in tre categorie:

  • Compenso dell’arbitro o del collegio arbitrale
  • Spese amministrative (se previsto un ente terzo)
  • Spese legali (se le parti si avvalgono di avvocati)

Di norma, le spese sono suddivise tra le parti, salvo diversa pattuizione o decisione del collegio. Tuttavia, l’arbitro può decidere che una delle parti sopporti interamente i costi, ad esempio se la domanda è palesemente infondata.

Vantaggi dell’arbitrato rispetto alla causa ordinaria

Tempi più rapidi: l’arbitrato si conclude in media entro 60-90 giorni

Minori costi: anche se l’arbitro va pagato, i costi complessivi sono spesso inferiori a quelli di una causa civile

Riservatezza: il procedimento non è pubblico

Flessibilità: le parti possono scegliere l’arbitro, i tempi e le modalità di gestione del procedimento

Efficacia del Lodo: il lodo arbitrale ha la stessa efficacia di una sentenza e può essere reso esecutivo dal tribunale

Quando è opportuna l’assistenza legale

L’assistenza legale è fortemente consigliata in tutte le fasi del procedimento arbitrale:

  • Redazione di Clausole Arbitrali: per garantire la validità e l’efficacia delle clausole compromissorie
  • Procedura Arbitrale: per rappresentare adeguatamente le proprie ragioni e gestire le fasi del procedimento
  • Impugnazione del Lodo: in caso di necessità di contestare il lodo per motivi di nullità o altri vizi

Consigli utili

Conserva tutta la documentazione utile alla tua posizione

Consulta un avvocato del lavoro per un parere preliminare

Prediligi soluzioni conciliative prima di intraprendere il procedimento, se possibile

Considera i costi dell’arbitrato rispetto ai benefici attesi

Scegli arbitri competenti con esperienza specifica nel settore oggetto della controversia

Assicurati della validità delle clausole compromissorie che devono essere redatte con attenzione per evitare nullità

Evita di firmare accordi arbitrali pre-compilati senza supervisione

FAQ – Domande frequenti sull’arbitrato nelle controversie di lavoro

❓L’arbitrato è obbligatorio?

No, è una scelta volontaria delle parti.

❓Posso ricorrere all’arbitrato se il mio datore di lavoro non è d’accordo?

No. L’arbitrato richiede il consenso di entrambe le parti.

❓L’arbitrato è ammesso anche nel pubblico impiego?

Sì, ma solo per alcune tipologie di controversie e nel rispetto della normativa specifica.

❓Posso rifiutare l’arbitrato se previsto nel contratto?

La clausola compromissoria è valida solo se sottoscritta dopo il periodo di prova o 30 giorni dalla stipulazione del contratto. In caso contrario, può essere considerata nulla.

❓Quali controversie non possono essere risolte tramite arbitrato?

Le controversie relative a licenziamenti non possono essere risolte tramite arbitrato e devono essere portate davanti al giudice ordinario.

❓Quanto dura un procedimento arbitrale?

La durata varia in base alla complessità del caso, ma generalmente è più breve rispetto al processo ordinario.

❓Quanto costa un arbitrato in media?

I costi variano a seconda della complessità del caso, ma in media possono andare da 1.000 a 5.000 euro complessivi. Tuttavia, spesso sono inferiori a quelli di una causa civile.

❓Il lodo arbitrale è impugnabile?

Sì, il lodo può essere impugnato per motivi specifici previsti dalla legge, come la violazione di norme imperative o il mancato rispetto delle regole procedurali.

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